“Perché la fotografia oggi a noi pare posta in un punto di snodo molto particolare. Non più affannata ad affinare una tecnica o a inseguire un’estetica derivata da altre forme espressive e neppure più a convincere di averne una propria, anzi al crocevia di una possibile ‘rivoluzione’, quella digitale-virtuale, essa si interroga su scala molto più ampia, più generale e più dettagliata al tempo stesso: più generale perché si chiede che cosa sia una ‘immagine’ in quest’epoca in cui non si parla d’altro; più dettagliata perché oggi più che mai ci si accorge che basta un minimo cambio di luce, di stampa, di inquadratura, |
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di composizione, a volte addirittura anche solo di contesto o di intenzione, vorremo dire di sguardo, e l’immagine fotografica, per niente meccanica, cambia totalmente. Si riscoprono cioè in tutta la loro potenzialità sia la magia, se così si può ancora dire, sia la costruzione, cioè le trasformazioni anche in questi campi che la fotografia ha introdotto e introduce. Da un lato oggi la fotografia è la chiave di comprensione della comunicazione, dall’altro essa ci fa ‘impazzire per la pietà’, come invitava Roland Barthes sulla scorta di Nietzsche”.
Elio Grazioli |