Da: Francesca Fabiani, MAXXI Architettura. Fotografia, Le
Collezioni,
Electa 2010, pp. 58-63
Viaggiare per ricomporre l'immagine di un
pianeta che l'antropizzazione sta disgregando: questo l'insegnamento
di Nunzio Battaglia. Nato a Gela (1958), dopo la laurea in architettura
Battaglia si trasferisce a Milano per dedicarsi completamente
alla ricerca artistica e alla fotografia: «Nel 1992 ho
comprato la mia prima macchina in medio formato e ho cominciato
a interrogarmi sul percorso che Luigi Ghirri aveva messo in essere.
Inizia la consapevolezza sul "viaggio" e il rapporto
con il paesaggio [...]. Viaggio verso luoghi dove suppongo possano
trovarsi occasioni per lunghi e indefiniti sguard».
Attraversare paesaggi, dunque, alternando alla riflessione sulla
metamorfosi degli spazi urbani - quelli, cioè, più soggetti
alle manipolazioni - le indagini sul territorio, sui cambiamenti
culturali e sulla natura spirituale dello spazio. Un impegno che
l'autore vive con singolare partecipazione intensificando gli spostamenti
- negli ultimi anni ha viaggiato in Cina, Tibet, Nepal-, cercando
nella fotografia quel punto di congiunzione tra analisi e sentimento
del paesaggio, tra studio puntuale degli spazi e geografia privata.
Un atteggiamento che determina anche la "posizione" del
fotografo nel mondo: «La fotografia non può essere
generata in studio o disegnata di notte o scritta sul bordo di
un tavolo. Essa ha bisogno, e si nutre, di un'osservazione diretta
della realtà in perenne movimento e che è fatta di
stagioni e luce in mutazione». Un punto di osservazione,
una zona intermedia e sensibile dove la percezione della realtà si
fa più lieve, essenziale, ma non per questo meno esemplare.
Nelle fotografie realizzate per Atlante italiano 003 - indagine
intorno ai grandi parchi appenninici di Toscana, Umbria, Marche,
Trentino-Alto Adige - Nunzio Battaglia affronta il tema con uno
sguardo a volte ironico - quando incontra un paesaggio che vuole
sembrare naturale ma che spesso si rivela iperprogettato -, altre
volte sinceramente ammirato, di fronte al potere disarmante della
bellezza: «Viaggio d'ospitalità fugaci di ex dirigenti
d'azienda in dimore seconde o terze ricavate da mulini ricablati
di fino. È il tempo della rinascita; quello del confezionare
marmellate mantecate a fiamma lenta, al suono della consultazione
omeopatica del fluire dei titoli in borsa [...]. Lungo le strade,
radi cartelli indicano futuri cantieri nei quali il virgolettato
recita: “…in atmosfera antica [...] rifiniture adeguate
all'ambiente [...]offresi”. La bellezza un lieve controcanto
che comprende appena la potenza di aure mistiche ancora sparse».3
(1) N. Battaglia, in Around Photography, ottobre-novembre 2005. (2) N.
Battaglia, Sugli strumenti dell'immagine, atti del convegno L'architettura
e l'immagine dei luoghi, Palermo 2007. (3) N. Battaglia, Testo di presentazione
del progetto, parzialmente pubblicato in atlante italiano003Ritratto dell'Italia
che cambia, a cura di M. Guccione, M.R. Nappi, M. Ricci, allegato a "Casabella - rivista internazionale di architettura",
n. 712, giugno 2003. |