Questa mostra è stata
concepita per creare l’occasione di annunciare al pubblico
il nuovo percorso che la neo costituita Alinari 24 ORE si accinge
a percorrere anche nel mondo della fotografia contemporanea e
della sua arte. I diversi progetti che gli artisti presentano
hanno, come unico vincolo, quello di dover essere ispirati a
un’immagine del passato, al concetto di memoria, al rapporto
spazio/tempo, alla rappresentazione di una realtà le cui
immagini potevano essere tratte dall’immenso archivio della “Fratelli
Alinari”. Un modo per gettare un ponte ideale tra un passato
ricco di una tradizione e di storia e un futuro che si vuole
affrontare con la volontà di viverlo da protagonisti.
La scelta degli artisti è stata fatta coinvolgendo sia chi
proviene da una cultura eminentemente fotografica sia chi utilizza
la fotografia come uno dei diversi linguaggi espressivi.
In questa mostra si vuole offrire la possibilità di poter
cogliere la modalità con le quali le due esperienze di ricerca
perseguano, come obiettivo comune, l’intenzione di creare
arte.
A questa prima mostra tutta italiana, seguiranno esposizioni che coinvolgeranno
presenze da ogni parte del mondo, là dove troveremo la qualità e
la volontà di realizzare proficui scambi di cultura e conoscenza. Ogni
progetto concepito da ciascun autore e artista, vive autonomamente, e il loro
insieme vuole essere una carrellata che dia il senso del poliedrico mondo che
il mezzo fotografico ci permette di investigare e che Alinari 24 ORE si accinge
a voler presentare dando ai collezionisti di fotografia e di arte contemporanea
il piacere e la certezza di poter possedere opere garantite per la loro qualità,
autenticità e durata nel tempo.
Fabio Castelli
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Il progetto Alinari 24 ORE si compone di 2 fasi metodologiche che
riflettono e accolgono la matrice culturale del grande Archivio
fiorentino, riconoscendone il valore di giacimento dell'immaginario
comune.
1. Il ciclo di riprese effettuate da Nunzio Battaglia a Milano,
nella primavera 2008, nasce da due impossibilità: quella di
non poter rappresentare il ricordo delle natie primavere mediterranee
nella patria adottiva e l'aver rinunciato -per circa un ventennio-
a fotografare spazi e vedute della metropoli milanese. A partire
da questa consapevolezza, l'autore indaga spazi emblematici della
metropoli: l'essenza cromatica delle piantumazioni e le tassellazioni
di noti skyline divengono rituale espressivo e controcanto della
citt‡ che appare. Le opere ridisegnano l'oggettiva connotazione
delle aree urbane, riportandole ad un immaginario ultra-visivo.
2. L'autore interroga l'Archivio Alinari, individuando le matrici
dell'immaginario di cui siamo intrisi. Affiorano nell'Achivio on-line
alla voce Milano, i giacimenti della Pinacoteca di Brera, alcune
keywords che si confondono in sconfinamenti di codici dove appaiono
Leonardo, Raffaello, il Rinascimento.
Nasce la selezione delle 8 opere in mostra, traccia di un territorio
dell'apparire dove progetto documento e trasformazione si sovrappongono
in icone del desiderio. La dichiarazione disciplinare è precisa:
con lo sguardo posso immaginare spazio e tempo, l'opera diventa
l'arca della mutazione, strumento di salvezza.
Nunzio Battaglia
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