MUTAZIONI

di Giuseppe Guerrera

Spesso la città contemporanea è stata letta come insieme di non luoghi, spazi privi di forma e d'ìdentità, spazi non descrivibilì.
In realtà quello che abbiamo nei confronti della città contemporanea è un pregiudizio, la guardiamo cioè con la mente rivolta al passato,
la paragoniamo ai centri storici.
In realtà quello che spesso ci manca sono gli strumenti per cogliere la mutazione di questi spazi, che invece sono luoghi a tutti gli effetti, per apprezzarne la bellezza. Ad esempio di non luoghi si citano gli aeroporti e i centri commerciali.
Dal mio punto di vista, ma anche per esperienza personale, questi luoghi, e davvero non saprei come definirli, hanno spesso una forte connotazione e risultano memorabili.
L'aeroporto di Palermo posto davanti alla tavola blu del mare, con la pista che fa da basamento alle montagne è sicuramente diverso da quello di Roma, una vera città con strade, piazze, parcheggi, stazione ferroviaria, una città a più livelli con ponti da cui osservare spazi interni complessi; com'è diverso dall'acroporto di Barcelona con i suoi colonnati che lo fanno somigliare ad una cattedrale, ecc.
Così come l'Orio Center di Bergamo, con le sue strade interne dove la gente, soprattutto d'inverno, va a passeggiare, lungo cui ci sono negozi, bar, ristoranti, giochi, per i bambini, palme, strade mobili; oppure la struttura commerciale sulla Diagonal a Barcelona, una vera strada coperta con negozi e percorsi a più livelli, un vero shopping mall, come li definiscono gli americani.
Ripeto, in realtà ci mancano gli occhi per vedere, gli strumenti di lettura per cogliere queste mutazioni della dimensione pubblica degli spazi, per apprezzare la bellezza della città nuova.
I fotografi invece posseggono questi strumenti. La descrizione che un fotografo è capace di fare con l'occhio e l'obiettivo a noi architetti richiederebbe tanta fatica in più e un'elaborazione più complessa, e non sarebbe così efficace.
Comunque non tutti i fotografi sanno descrivere questi spazi della città. Dipende dal punto di vista o, come dicono loro, da dove metti il cavalletto e verso dove guardi.
Ad esempio è molto importante la descrizione dello spazio tra gli edifici che gli edifici stessi, belli o brutti che siano. Una bella architettura o una brutta, da sole non fanno la qualità della città.
E' lo spazio in mezzo e la definizione di questo nelle sue superfici orizzontali e verticali che fa la qualità dello spazio urbano. È questo che m'interessa dei fotografi, la capacità di descrivere il vuoto, come dice Werders in una sua intervista.
Credo che nell'opera di Nunzio Battaglia, tra le altre cose, si possa leggere questa capacità di lettura, e non è poco.
In un viaggio che ho fatto "attorno a casa mia", Nunzio mi ha fatto scoprire gli spazi della mia città, spazi dove passo ogni giorno ma che non riesco a cogliere fino in fondo.

Giuseppe Guerrera,
note alla presentazione della mostra In-Visibilia


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