"La meraviglia è una sorpresa improvvisa
dell'anima per cui essa si volge a considerare con attenzione gli
oggetti che le sembrano rari ed eccezionali"
Cartesio, Le passioni dell'anima
Rappresentazione di oggetti in uno
spazio limitato, esplorati su un tavolo, in un giardino o in un angolo
della casa. Siamo oltre qualsiasi forma di realismo, ad un passo dal
generico simbolico.
Quella che viene qui presentata è una fotografia di idee, espressa
per allusioni di immagini, per iterazione di oggetti, per ritmi. Ritmi
che vogliono essere sentimenti, emozioni, non solo fatica, lavoro,
azione, ma anche fatalità, costruttività, continuità
in qualche modo dei soggetto reale; sono la trasformazione in sentimento
dei gesti che costituiscono il mestiere di fotografo.
Cosi l'oggetto fotografato si fa passione, prende lo spettatore e
lo coinvolge direttamente per forza di regia formate, di messa in
scena, per strutturazione di piani, di toni, di colori, di spezzature,
di influenze, di vibrazioni.
Un artista-fotografo compone, con rapidità di visione, articolazioni
di prospettive e integrazioni di oggetti, simultaneità di racconto
ed emotività dei motivo prescelto, dei suoi effetti e della
rivelazione che ne deriva.
A volte l'oggetto fotografato è una rosa, a volte un pavone,
rappresentazione ideale dei due lati di ogni gesto creativo. La rosa
appartiene al mondo femminile, è cristallina, riservata; nata
dal sangue di Afrodite è sorta a simbolo dell'amore e della
passione.Il pavone è il tuono, maschile, irrequieto, ritenuto
dagli antichi il simbolo dei sole per la sua coda a forma di ruota.
Nelle leggende indiane esso rappresenta la dignità e vive nei
giardini di rose. Passeggiando in un cortile dal profumo di zagare
e del raro colore di un roseto in fiore, Battaglia vede un pavone,
uccello superbo e dignitoso, simbolo dei cosmo e dei grandi corpi
celesti; lo fotografa e il giorno successivo lo riporta sulla tela.
Così, nell'individuazione di forme e colori, nelle luci che
determinano l'oggetto, il fotografo si guarda indietro e ripercorre
idealmente il tempo di Antonello, pittore di Messina. [
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Claudia Zanfi,
in La rosa e il pavone. Immagini Fotografiche,
Spazio Lanzi Galleria delle Arti, Bologna 1996
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