
• Chandigarh
20?? – INDIA
Chandigarh
Ho viaggiato due volte attraverso l’affascinante India. La prima volta in Rajasthan e la seconda in Tamil Nadu e Kerala. Durante il viaggio al nord, una intima curiosità mi portò verso il maestro Le Corbusier. L’arrivo a Chandigarh, India settentrionale, fu inatteso. I miei occhi non erano pronti ad un confronto così macroscopico ed evidente; un conto era stato lo studio sui libri di Storia dell’Architettura, un conto era poggiare i piedi sul beton brut disposto settantaquattro anni or sono. Le forme, le curvature erano familiari come i balocchi di un tempo, ma l’accesso si dimostrò difficoltoso. Occorreva una prenotazione, non semplice, che non avevamo. Così fummo perquisiti, da cima a fondo, compreso l’uso di un specchio munito di un grosso manico a tubo che, scrutava gli anfratti del fondo della nostra vettura. Ci dissero che la sfaccettatura politica dell’architettura, giustificava quegli accorgimenti. Concluse le formalita’ del caso, fummo agganciati a un paio di militari che garantivano il transito attraverso i percorsi degli edifici. Una scena da film in bianconero mi si manifestò ad un certo punto: in un grande salone illuminato da una luce radente e fioca, erano seduti, con pochi strumenti, un esercito di scriba che armeggiavano, come se la scrittura fosse stata da poco tempo inventata, su fogli preziosi. Il nostro viaggio così continuò verso i piani alti, dai quali si scorgeva l’intero abitato. Dall’alto, potevi indagare nel paesaggio, come sfogliare in un libro di architettura ibrido, da una parte il contemporaneo, ivi compreso la straordinaria mano aperta in metallo e cemento armato, dall’altro un abitato impreciso con intersezioni di aree boschive. Una scena, quasi un sogno, che non potrò mai dimenticare, e che giustificava ampiamente l’opera del maestro: l’inserimento di enormi pluviali sui tetti di alcuni edifici, ai piedi dei quali era come disteso un enorme specchio d’acqua; sul quale ad una certa ora della sera e, dopo un corposo monsone, arrivarono gruppi di alti uccelli che sicuramente conoscevano il ripopolarsi del loro cibo preferito.